Pedalare a Napoli non è per tutti

Pedalare a Napoli non è per tutti

Ci vogliono infrastrutture e sicurezza per ciclisti e pedoni, ci vogliono regole chiare e condivise

Napoli e le biciclette. Sembra un ossimoro per molti, eppure qualcuno ci crede da tanto. Noi, come associazione Cleanap, siamo stati i precursori dando vita a un progetto di ricerca sperimentale nel biennio 2013-2015 i cui risultati da febbraio 2020 sono stati  trasferiti al Comune di Napoli nel 2020 dal Miur, speriamo che siano presto valorizzati e presi come punto di partenza per la progettazione partecipata (dunque con cittadini e associazioni) di politiche urbane in materia di mobilità sostenibile, armonizzate al Tpl.

Dopo anni di annunci propagandistici e di immobilismo, lo scorso giugno spunta un nuovo servizio, anche’esso sperimentale, ma privato con sole due ciclostazioni sponsorizzate da una nota multinazionale del petrolio, già indagata per disastro ambientale a San Giovanni a Teduccio. Tali ciclostazioni, ciascuna con 6 biciclette, pare non abbiano avuto buoni riscontri: ci sono solo 12 bici per una città di quasi un milione di abitanti, eppure le stazioni sono sempre tutte piene e le bici negli stalli. Sarebbe interessante capire i risultati ottenuti in questi primi mesi di sperimentazione, vedremo se sarà reso noto prima o poi.

Parallelamente, ieri mi sono imbattuta in un nuovo servizio di bici noleggio elettrico in città, targate Lime, multinazionale leader del settore della mobilità elettrica e alimentata da fondi di un altro colosso dal profilo etico discutibile, Uber, da cui ha avuto il marchio e le bici Jump. Personalmente ho provato Jump a San Francisco nel 2019, una figata sul Golden Gate Bridge. Ho noleggiato la bici per un’ora e fatto una passeggiata memorabile con amici e colleghi tra vento, “the Bay” e la ciclabile più panoramica che abbia mai visto. Un’ora di bici noleggio in america mi è costata 10,25 dollari, circa 9 euro che paragonato al costo della vista della Valley è fattibile, soprattutto perchè, chiunque da turista è disposto a spendere per una pedalata mozzafiato.

Tornando a Napoli, la prospettiva cambia drasticamente. Ovviamente, meglio bici, che auto. Sì, ma a che prezzo? Le bici in free floating (fluttuanti), sono lasciate per le strade della città senza una postazione fissa e gestiti attraverso una serie di lucchetti smart dotati di Gps e connettività wireless. Si fanno pagare caro: ho scaricato l’app, il costo è 1 euro per iniziare, poi 0,23 cent al minuto. Quindi un noleggio di un’ora costa 14,80 euro. 15 minuti, 4.45 euro. Puoi prenotare la bici per 10 minuti prima di sbloccarla con il codice Qr, senza costi aggiuntivi.

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L’anno scorso, luglio 2020, in commissione mobilità e infrastrutture del Comune, avevamo richiesto esplicitamente come associazione Cleanap, di imporre agli operatori privati prezzi calmierati, per incentivare la mobilità sostenibile e renderla appannaggio di tutte e tutti. Soprattutto per le fasce deboli. Purtroppo questo servizio, riscontro, non va in questa direzione. A Milano, ad esempio convivono offerta pubblica con BikeMi (39 euro l’anno) e privata, con varie azienda del settore in concorrenza.

Ad ogni modo, io lo proverò, anche se ci sono alcune remore quando penso alla questione sicurezza: pedalare a Napoli non è per tutti. Ci vogliono infrastrutture e sicurezza per ciclisti e pedoni, ci vogliono regole chiare e condivise. Cleanap con altre associazioni ha provato più volte a denunciare lo stato dell’arte. Speriamo che con la prossima amministrazione ci sia più spazio al dialogo su queste tematiche. Inoltre, personalmente, resto comunque sostenitrice di un approccio pubblico al trasporto, anche in bici, integrato con l’offerta del Tpl, equo ed accessibile a tutte e tutti. Con la sperimentazione del bici noleggio Jump, questa cosa non si verifica. Non solo per la questione economica che dicevamo prima, ma anche perchè posso usare il servizio solo in alcune aree della città, magari l’area verrà ampliata in futuro, non è chiaro, ma al momento gran parte della cittadinanza non può usufruire del servizio (in centro, come in periferia).

Un altro tema che mi sta a cuore è lo spazio pubblico: Napoli è satura. Marciapiedi con auto, motorini in sosta selvaggia, lavori in corso praticamente ovunque, tavolini di bar e ristoranti, monopattini e ora anche le biciclette. Lungi da me paragonare le varie cose che ho elencato, ma certo disagi ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. L’augurio è che, nonostante le criticità oggettive, la presenza di tante nuove e belle biciclette inneschi un cambiamento culturale e faccia da catalizzatore verso abitudini di vita e spostamento più sostenibili.

@Emiliana_Me

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