La manovra italiana lascerebbe fuori dall’aumento alcuni prodotti monouso come siringhe e taniche
Non è ancora legge ma fa molto discutere. Si tratta della cosiddetta plastic tax, ovvero la nuova tassa sui prodotti di plastica come bottiglie, buste e vaschette in polietilene. Ma anche i materiali plastici usati per protezioni e imballaggi. Prevista nella bozza della Finanziaria la manovra potrebbe far introitare alle casse dello Stato quasi 3 miliardi di euro. Non solo guadagno, ma anche un modo per sviluppare l’economia circolare tutelando l’ambiente.
Per la capogruppo del M5S in commissione ambiente al Senato, Patty L’Abbate, si tratta di «una polemica che nasce per fini elettorali di pochi e che vede la sua ratio nella direttiva europea sulla riduzione della plastica». Patty L’Abbate ha poi aggiunto che bisogna «puntare sulla riconversione e sostenere le imprese che lavorano con le bioplastiche è possibile con provvedimenti che non svantaggiano produttori e consumatori. In questi mesi si è parlato tanto dei numeri derivanti dalla plastica, dell’inquinamento dei nostri mari, di quanto i Paesi stiano investendo sull’ambiente».
EUROPA PLASTIC FREE
La stessa L’Abbate ricorda come già in altri Paesi europei si siano mossi in questa direzione. La misura si basa sulla direttiva europea sulla riduzione di plastica monouso. A differenza del provvedimento votato dal Consiglio europeo la manovra italiana lascerebbe fuori dall’aumento alcuni prodotti monouso. Tra questi le siringhe, le taniche e più in generale prodotti che possono avere un uso nel tempo. La bozza prevede inoltre degli incentivi per le aziende che producono plastica che decideranno di passare alla produzione di materiali biodegradabili e compostabili.