Il post di Franco Roberti
Nonostante le difficoltà che emergono in queste ore nella formazione del nuovo governo c’è chi già guarda al cambio di guardia per modificare le politiche in materia di immigrazione. Come emerso sin da subito le politiche sociali saranno al centro del reale cambio di passo dell’eventuale nuovo esecutivo. Lo aveva sottolineato ieri anche il giornalista olandese Maarten val Aalderen. Ieri sera ci è tornato su anche l’eurodeputato del Pd Franco Roberti.
«L’insediamento della nuova Commissione Ue ed il mutato assetto politico nazionale ci consentono, finalmente, di affrontare la questione immigrazione con maggiore lucidità», ha scritto su Facebook l’ex procuratore nazionale Antimafia. Per Roberti l’isolamento non giova all’Italia e neanche all’Europa, «ma costituisce l’humus nel quale proliferano formazioni politiche xenofobe estremamente pericolose per la coesione sociale».
Nel suo lungo post social l’eurodeputato del Partito democratico ha espresso la volontà di lavorare affinché sia rilanciato l’Operazione Sophia «per salvare le vite umane e bloccare i trafficanti che si arricchiscono sulla pelle dei migranti, fermando le imbarcazioni ed i mezzi usati o sospettati di essere usati per questa finalità». Roberti ha sottolineato che su questo punto si era già favorevolmente espressa la nuova presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen.
L’ex procuratore nazionale Antimafia ha anche detto che è necessario ridurre i tempi per la pronuncia definitiva sullo status di rifugiato. Per farlo sarà necessario aumentare il personale delle prefetture. Roberti ha parlato anche dal ruolo degli enti no profit nell’accoglienza, dicendo che si potrebbero «concentrare l’accoglienza e l’integrazione nelle mani di soggetti pubblici, agevolando il coinvolgimento delle realtà del no profit, poco inclini per statuto e intima vocazione alla percezione di utili. In questa prospettiva si rivelerebbe di estrema utilità l’impiego dei beni confiscati alle mafie, i quali grazie alla presenza ed al lavoro dei migranti riprenderebbero vita».