L’intervista alla senatrice Virginia La Mura, membro della commissione Ambiente al Senato
La salvaguardia dell’ambiente può essere anche volano per l’economia, soprattutto in alcuni settori, come il turismo. Ne abbiamo parlato con la senatrice Virginia La Mura, membro della commissione Ambiente al Senato.
Senatrice La Mura, si avvicina l’estate, un periodo dell’anno particolare per molti italiani e in uno dei momenti storici più difficili dal dopoguerra. Il binomio turismo-ambiente è diventato indissolubile e fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese. Come possono coesistere?
«Bisogna partire da un presupposto importante: lo sviluppo economico e la salvaguardia degli ecosistemi naturali possono e devono andare di pari passo. Esempi virtuosi sono sotto gli occhi di tutti e gli errori dei decenni passati anche. Negli ultimi anni una spinta molto forte in questo senso è arrivata proprio dai cittadini che hanno mostrato una maggiore attenzione alle tematiche ambientali, anche attraverso la riscoperta di un’alimentazione sana e di abitudini e stili di vita più sensibili a queste problematiche. E certamente anche l’esperienza tragica della pandemia deve farci riflettere sul rispetto che dobbiamo avere nei confronti della natura. E da questa ripartenza possiamo iniziare a delineare le forme di un mondo nuovo, anche in chiave turistica. Il turismo può essere una risorsa, ma anche un problema sia per l’ambiente che a livello sociale, penso agli effetti della gentrification che hanno colpito molte località. A livello ambientale gli effetti nefasti sono gli occhi tutti, ciò su cui puntare è incentivare nuovi modelli che puntino ad uno sviluppo ecosostenibile».
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa sta puntando molto sulle cosiddette Zea, le zone economiche ambientali. Perché sono così importanti?
«Le Zea rappresentano un modello di sviluppo sostenibile che dovrà essere certamente espanso. Grazie alle Zea e ai relativi finanziamenti statali i parchi possono promuovere imprenditorialità green. E non è un caso che il governo ha inserito all’interno del Decreto Rilancio un fondo da 40 milioni di euro loro dedicato, un’attenzione giusta affinché si comprenda che le Zea fanno parte appieno del sistema socio-economico. Fino a pochi anni fa sembrava impensabile che alcuni processi economici potessero partire proprio dai parchi, e invece oggi è realtà e anche questo serve a far capire quanto l’indirizzo politico sia fondamentale per fare in modo che le cose cambino davvero verso nuovi modelli, nuovi paradigmi che da noi sono ancora ignoti ma che in molti Paesi del mondo sono realtà da tempo».
Le commissioni in questo periodo di quarantena forzata non si sono mai fermate. Uno dei provvedimenti che sta portando avanti per la tutela e salvaguardia delle spiagge e della fascia costiera è quello sulla posidonia. Di che si tratta? Perché la posidonia è così importante?
«Ecco, anche la posidonia può diventare un simbolo di connubio tra turismo e ambiente. La posidonia oceanica, quella che spesso viene erroneamente chiamata alga, è in realtà una pianta importantissima per l’ecosistema marino. Le sue praterie, situate sui fondali dei nostri mari, producono tantissimo ossigeno e garantiscono il mantenimento della biodiversità. La posidonia, come tutte le piante, in autunno perde le foglie che poi le correnti portano lungo le coste, nasce così il fenomeno della posidonia spiaggiata che è altrettanto importante perché previene l’erosione costiera, gravissimo problema dei nostri litorali. La questione è che a molti le foglioline di posidonia sulla spiaggia o a riva danno fastidio e allontanano i bagnanti, e quindi anche i turisti. Tutto ciò porta i Comuni a smaltire la posidonia come un rifiuto, spesso addirittura smistandola come indifferenziato. Con il disegno di legge che ho presentato ciò non avverrà più, ci saranno sistemi sostenibili che consentiranno a tutti, e in maniera anche più economica, di portare la posidonia a mare affinché concluda il suo ciclo vitale oppure che sia utilizzata per interventi ecosostenibili. Ancora, il ddl tutela le banquette di posidonia e punta anche alla sensibilizzazione delle persone, perché non c’è alcun motivo di evitare la posidonia spiaggiata, dovrebbe anzi essere utilizzata come comodo materasso per prendere il sole sulla spiaggia o si dovrebbe approfittare delle sue proprietà benefiche immergendosi nelle acque ricche di suoi frammenti».
Parliamo di inquinamento e fiume Sarno. Cosa si sta facendo per fermare questo scempio di uno dei più importanti bacini idrici della Campania?
«Mi occupo, e mi preoccupo, del fiume Sarno da tantissimi anni. Penso che questo possa davvero essere, grazie anche alla sensibilità del ministro Costa, un momento di svolta. Innanzitutto è aumentata l’attenzione concreta al fiume. Un esempio su tutti: grazie all’accordo voluto dal ministero tra Noe e Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, che include anche il Sarno, sono notevolmente aumentati i controlli e iniziano a venire a galla gli illeciti. Si deve fare in modo che le pene per chi inquina siano esemplari, il daspo ambientale può essere una soluzione. Stiamo inoltre lavorando al Master plan dedicato al fiume, un lavoro enorme che mette insieme tante realtà e che punta ad essere il vero piano per il recupero del fiume e dei territori che esso attraversa. Non dimentichiamo che, come dimostrato anche dall’Arpac, durante il lockdown l’inquinamento delle acque del Sarno è notevolmente calato e questo deve far innanzitutto riflettere su chi siano i responsabili, e poi deve far sperare perché significa che il fiume è ancora vivo ed è in grado ancora di recuperare».
Un’ultima domanda: a che punto è la legge Salvamare?
«La legge Salvamare è uno tra i tanti strumenti legislativi che dobbiamo mettere in campo per tutelare l’ecosistema marino dall’inquinamento. Finalmente i pescatori potranno conferire nei porti e negli approdi i rifiuti che raccolgono accidentalmente nelle reti da pesca insieme al pesce. Abbiamo inoltre esteso la possibilità di raccogliere anche i rifiuti abbandonati nei laghi e nei fiumi prima che questi arrivino a mare. Il disegno di legge prevede azioni di sensibilizzazione con il coinvolgimento attivo dei cittadini e delle associazioni attraverso campagne di pulizia dei fondali e dei litorali. Il disegno di legge sta seguendo il suo iter in commissione ambiente al Senato e a breve avvieremo un ciclo di audizioni per arricchirlo ulteriormente. La previsione è di approvarlo entro luglio».
Ciro Oliviero