A dicembre attraverso la campagna Condividi un pasto con i senzatetto erano stati coinvolti cittadini di circa 60 città
La Polonia è – assieme alla Grecia – il settimo Paese per percezione soggettiva dell’insicurezza abitativa in Europa. A rivelarlo l’indagine sulla qualità della vita condotta da Eurofound nel 2016. L’Italia è subito prima degli altri due Paesi. Al primo posto La Spagna seguita Portogallo, Repubblica Ceca, Francia, Belgio. Il quinto rapporto sull’esclusione abitativa in Europa redatto da Feantsa e Fondazione Abbé Pierre il mese scorso certifica che gli Stati membri dell’Ue hanno diminuito la spesa per realizzare alloggi a prezzi accessibili. Questo ha contributo – assieme ad altri fattori – alla crescita esponenziale del numero di homeless dal 2008 ad oggi in quasi tutti i Paesi dell’Unione.
Il costo degli alloggi popolari è aumentato nel 70 per cento dei Paesi Ue. Tra il 2007 e il 2017 la Polonia ha registrato un +117 per cento. Peggio solo Romania (+ 234%) ed Estonia (+ 150%). Per rispondere al bisogno di accoglienza dei senzatetto l’ordinario della diocesi di Opole, monsignor Andrzej Czaja, ha deciso di aprire la Casa della speranza. Si tratta di un rifugio per i senzatetto della città allestito in un ex seminario diocesano. I lavori per allestire i locali – oltre 70mila euro – sono stati sostenuti con i fondi raccolti tra i fedeli.
La Polonia si era mobilitata per sostenere le persone senza fissa dimora già lo scorso dicembre. Attraverso la campagna Condividi un pasto con i senzatetto erano stati coinvolti cittadini di circa 60 città. Le persone hanno portato cibo nei luoghi di raccolta e condivisione allestiti presso strutture pubbliche. Dal 2015 – anno in cui è stata lanciata – la campagna ha riscosso ogni anno sempre più partecipazione.
Stefano Malla