Ieri il sopralluogo dell’assessore all’Istruzione del Comune di Napoli
Lo scorso 5 settembre è stato presentato a Napoli il progetto FA.C.E. – Farsi Comunità Educanti attivo nella periferia orientale della città. Un progetto che vuole contrastare la povertà educativa minorile attraverso la scuola e la cittadinanza attiva. Sabato 16 novembre l’assessore all’Istruzione del Comune di Napoli, Annamaria Palmieri, ha fatto visita alle Face Zone, le tre location realizzate nell’ambito del progetto che vede capofila nazionale la Fondazione Reggio Children. Un progetto che a Napoli è realizzato in partnership con l’istituto comprensivo 70 Marino Santa Rosa, l’associazione Atelier Remida Campania e l’assessorato all’Istruzione del Comune di Napoli.
Il progetto, che è destinato ai bambini fino a sei anni accompagnati da genitori o nonni, si svolge ogni sabato mattina nelle tre aree individuate. Oltre ai plesso Santa Rosa e Lotto O dell’IC 70 Marino Santa Rosa le attività si svolgono presso il centro Remida in via Curzio Malaparte. Oltre 140 famiglie le famiglie coinvolge nei laboratori che studiano il mondo digitale, la scienza. E vanno ancora dalla lettura al canto alla manipolazione della carta. Laboratori tecnici e pratici per favorire un apprendimento quanto più trasversale possibile. Le realtà coinvolte nei laboratori sono le associazioni Ayekantun, Nati per leggere, Aporema e Scienza Semplice. A lavoro anche gli esperti digitali della scuola e le operatrici dell’Atelier Remida.
«Da anni siamo impegnati nel territorio per contrastare la dispersione scolastica», dichiara Nino Marchesano, preside dell’IC 70 Marino – Santa Rosa. «Con questo progetto partiamo dalla fascia più debole, quella dello 0 – 6 anni, cominciando un lavoro di accoglienza e di qualità didattica che vede impegnati i docenti della scuola e le associazioni con metodologie innovative per favorire la crescita e la conoscenza di bambini competenti».
Il responsabile della comunicazione della Fondazione Reggio Children, Massimiliano Massimelli, ha sottolineato che «il progetto Face rappresenta una bella sfida per tutti i partner nel promuovere una vera coprogettazione, partecipata, dal basso, a partire dalle famiglie, in tutti i territori coinvolti nel progetto, ovvero oltre a Napoli, Palermo, Reggio Emilia e Teramo. E dopo 18 mesi stiamo raccogliendo i primi risultati che ci incoraggiano nel continuare con questo impegnativo percorso che si sta muovendo verso la creazione di vere e proprie comunità educanti».