L’ultimo rapporto dell’Istat sulla povertà riferisce che nell’area della Città metropolitana di Torino le persone che vivono in uno stato di povertà sono 166 mila. E continuano a crescere. La maggioranza di questi nuovi poveri è rappresentata dai giovani tra i 18 e i 29 anni. La notizia ha scosso anche la chiesa, tanche che è stata argomento dell’omelia di ieri dell’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia.

«La disoccupazione giovanile è ugualmente diffusa nelle periferie, aggravata a causa anche di un livello basso di istruzione e di qualificazione formativa. Dalla ricognizione fatta – ha detto Nosiglia nel corso dell’omelia -, emerge tuttavia che in città sono oltre un centinaio i Centri e gli Sportelli, comunali, regionali, ecclesiali e del terzo settore, che intercettano i bisogni delle persone in difficoltà».

L’intervento dell’arcivescovo di Torino conferma l’impegno della comunità ecclesiale cittadina nei confronti degli ultimi e dei giovani che sono parte della popolazione povera. Nosiglia ha poi sottolineato che «non si tratta solo di giustizia sociale, uguaglianza o moralità, ma piuttosto di comprendere che nessuno di noi è un’isola e che l’egoismo non paga».