Nel team ci sono persone di ogni orientamento sessuale e di ogni età, dai 20 ai 45 anni, nata anche per combattere gli stereotipi
Libano, Emirati Arabi, Spagna, Francia, Italia. Sono i Paesi ha vissuto Joseph Naklé. Il 35enne ha deciso di investire nello sport per l’inclusione delle persone Lgbt+ fondando la Peacox Basket Milano, la prima squadra di basket Lgbt d’Italia. Esperienza che è invece già diffusa in altri Paesi, come lo stesso Naklé ha dichiarato in un’intervista al Corriere, nella quale ha sottolineato di aver anche militato in squadra come quella di cui è ora presidente. Proprio nei giorni scorsi la Peacox ha affrontato altre squadre nel primo torneo internazionali di pallacanestro per squadre Lgbt+.
Dalla descrizione potrebbe sembrare una squadra che ghettizza. Tutt’altro. Nel team ci sono persone di ogni orientamento sessuale e di ogni età. Si va dai 20 ai 45. Una squadra inclusiva nata anche per combattere gli stereotipi. Ma non tutti riescono a superarli. In alcuni casi neanche le persone omosessuali. Come Naklé ha raccontato nell’intervista al Corriere «un ragazzo che si è allenato con noi per un certo periodo. Era molto forte, giocava ad alti livelli, ma aveva paura della visibilità del nostro gruppo perché non si accettava. Gli andava bene giocare ogni tanto ma è stata più forte la paura di essere scoperto: non è più tornato».
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