Lamorgese ha proposto il daspo urbano per chi reitera reato
Il ministro dell’Interno Lamorgese ha proposto un inasprimento della pene per i pusher che reiterano il reato di spaccio. Per questi spacciatori il titolare del Viminale ha ipotizzato l’utilizzo del cosiddetto “Daspo urbano” previsto dal decreto Sicurezza voluto da Matteo Salvini. Una misura contestata da Antigone. L’associazione dei diritti dei detenuti ha infatti sottolineato che «le pene più severe sono una ricetta che, anche in tempi recenti, ha dimostrato il suo fallimento».
Il presidente di Antigone Patrizio Gonnella ha sottolineato che «la legalizzazione delle droghe leggere restituirebbe più sicurezza ai cittadini eliminando alla radice lo spaccio di strada contro cui il ministro cerca un rimedio efficace. Legalizzare significa sferrare un duro colpo al narcotraffico e sfoltire le aule dei tribunali». Un punto sul quale l’associazione si è espressa più volte, evidenziando anche i guadagni dello Stato dalla legalizzazione della cannabis.
Antigone ricorda che anche l’allora procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti si era espresso a favore della legalizzazione. Una riflessione maturata soprattutto per i benefici nella lotta e contrasto alla criminalità organizzata ed alla microcriminalità. Gonnella ricorda che «dal 2006 al 2014 è stata in vigore la Fini-Giovanardi che non portò nessun beneficio in termini di riduzione del traffico e del consumo di droghe e invece riempì le carceri». Ciò portò al sovraffollamento delle carceri per cui arrivò la condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per trattamenti inumani e degradanti.