Una scelta di principio, più che economica, in quanto il risparmio sarà di 7 centesimi su una confezione di 20 tamponi e 5 centesimi su 12 assorbenti
L’Unione europea considera gli assorbenti beni non essenziali e per questo non detassabili. In tutti i Paesi Ue è infatti applicata l’aliquota Iva. In Italia la più alta, pari al 22 per cento. Nel Regno Unito fino a poche settimane fa la tassazione sui prodotti igienici femminili era al 5 per cento. Abbassata nel gennaio del 2001 su spinta dell’allora deputata laburista Ann Taylor. Dal 1 gennaio nel Regno Unito questi prodotti, tra i quali gli assorbenti, sono stati detassati. Una delle prime azioni del governo di Londra dopo la Brexit è stata eliminare la tampon tax.
Una strada tracciata già negli anni passati, come nel 2014, quando l’attivista Laura Coryton, convinse il governo di Londra a devolvere l’Iva di questi prodotti ad enti che si occupano di donne vulnerabili. Per anni le attiviste britanniche hanno chiesto l’eliminazione della tassa. Una richiesta più di principio che economica. Secondo le stime del ministero delle Finanze guidato da Rishi Sunak il risparmio sarà infatti di 7 centesimi su una confezione di 20 tamponi e 5 centesimi su 12 assorbenti. Circa 40 sterline nell’arco dell’intera vita di una donna.
NEGLI ALTRI PAESI
Lo scorso anno la Germania ha votato per la riduzione dell’aliquota fiscale sui prodotti di igiene femminile non ritenendoli più un lusso. Sono pochi gli Stati dove non viene applicata l’Iva su questi prodotti. Tra questi Australia, India, Kenya, Canada ed alcuni Stati degli Usa. In Italia è naufragato per l’ennesima volta l’emendamento di Laura Boldrini alla Legge di bilancio. Per il Mef il taglio costerebbe circa 300 milioni di euro di mancati introiti. La detassazione al 5 per cento ad oggi è applicata esclusivamente ad assorbenti compostabili o lavabili ed alle coppette mestruali.