In un anno la start up ha diminuito la produzione di anidride carbonica di 480 tonnellate e evitato lo smaltimento di oltre 20 tonnellate di rifiuti elettronici
Ogni italiano ha nel cassetto almeno un vecchio cellulare che non utilizza più. C’è chi lo conserva per ricordo. Chi non sa come disfarsene e chi, anche sapendolo, non ha la possibilità di smaltirlo nei centri di raccolta di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, che magari non sono presenti nel proprio comune. E poi c’è chi li recupera e li rigenera. Questi è il caso della start up siciliana Rehappy, nata dall’idea del giovane imprenditore Giuseppe Sammartano. Una nuova vita che significa, da un lato, creare economia da uno scarto, e, dall’altro, realizzarlo da un’attività che va nella direzione della sostenibilità e dell’economia circolare.
L’azienda sicula recupera i dispositivi inutilizzati dai centri di smaltimento dei raee, da negozi e catene di elettronica. Possono conferirli anche i privati in iniziative locali che Rehappy organizza sul territorio. Il bilancio del primo anno di attività parla di circa 5 mila cellulari ricondizionati. Grazie a questa attività, nello stesso periodo di tempo, è stata diminuita la produzione di 480 tonnellate di anidride carbonica ed è stato evitato lo smaltimento di oltre 20 tonnellate di rifiuti elettronici. I dispositivi, dopo il processo di ricondizionamento, sono immessi sul mercato alla metà del prezzo originario del prodotto.
Non solo attraverso il recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici. Rehappy sostiene l’ambiente anche attraverso un progetto di forestazione, che l’ha vista già piantare oltre 120 alberi di agrumi in Sicilia. Da quegli alberi è state prodotte e raccolta una tonnellata di arance, donate alle locali associazioni di volontariato.
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