Come funziona il lavoro del rider? Che orari fanno i rider? Quanti km percorre un rider? Chi paga di più i rider? Queste sono le prime domande che compaiono in una ricerca in rete legate alla parola rider. Probabilmente sono anche le prime domande che si pone una persona che vuole intraprendere questo lavoro. Probabilmente sono anche tra le prime domande che si è posta Rosita Rijtano quando ha deciso di avventurarsi in una i chiesta sui ciclofattorini. Inchiesta che poi è diventata un libro: Insubordinati. Inchiesta sui rider, in libreria da due settimane per edizioni Gruppo Abele.

Questi lavoratori sono stati importanti già dai primi anni in cui la professione si è diffusa. Durante il lockdown sono diventati essenziali. Una delle pochissime categorie a poter girare per strada. Un lavoro che permette a molti altri di non staccarsi dal proprio. Soprattutto professionisti che si fanno consegnare il cibo in ufficio. Un lavoro duro, pieno di rischi, sottopagato e, soprattutto, senza tutele. Senza assicurazione. Senza copertura sanitaria. Senza ferie. Senza diritti.

Una sorta di capitalismo del nuovo millennio. Quasi come un gioco di ruolo. Dove sono gli altri a decidere del tuo lavoro. Dei tuoi risultati. Dei tuoi guadagni. Della tua vita. Quante volte abbiamo ordinato del cibo da consegnare a casa, in ufficio? E quante volte ci siamo interrogati su quanta strada, quanta fatica, quanto poco guadagno ci sia per la persona che bussa alla nostra porta dopo poche decine di minuti dall’ordine su una app. A questi interrogativi risponde Rosita Rijtano in Insubordinati.

Attraverso restimonianze, analisi e dati, la giornalista de Lavialibera ci porta alla scoperta di un mondo tanto conosciuto all’esterno, quanto sconosciuto dal suo interno. Racconta, in maniera chiara, cosa succede nel complesso mondo dei rider e delle app che gestiscono il food delivery in Italia. Un saggio che in Italia non esisteva. Un’inchiesta necessaria.

@ciro_oliviero