Abbiamo rinnovabili senza risparmio

Abbiamo rinnovabili senza risparmio

È sotto gli occhi di tutti infatti che la crescita delle rinnovabili non ha generato un complessivo argine ai prezzi dell’energia

Che vi sia una necessità di spingere fortemente la quota di energia proveniente da fonti rinnovabili, riducendo progressivamente l’utilizzo delle fonti fossili, è un dato di fatto. Tuttavia, nella narrazione mediatica e politica sul tema dell’energia continua a mancare un serio dibattito sul risparmio energetico. In buona sostanza si continua a fare il gioco delle multinazionali dell’energia il cui interesse, che si tratti di fossili o rinnovabili, è quello di generare profitti alimentando un atteggiamento consumistico che da anni grava pesantemente sulle risorse naturali.

Fatti salvi vento e sole, infatti, il centro nevralgico dei dibattiti, soprattutto politici, degli ultimi anni è l’utilizzo dell’elettrico nel mercato degli autoveicoli. Dibattito che più di una volta, a fronte dell’obiettivo zero emissioni dei veicoli elettrici, ha sollevato il tema delle criticità legate alla reperibilità dei metalli per la produzione della batterie e del successivo smaltimento delle stesse. Criticità che hanno alla base la ferrea battaglia tra Cina, azionista quasi esclusivo del mercato delle cosiddette terre rare (materia prima anche per realizzare le batterie), e Usa titolare di numerosi brevetti per la produzione di microprocessori e altri dispositivi sempre più indispensabili nel moderno mercato delle auto la cui materia prima fondamentale sono proprio le terre rare.

E se è vero che sul piano dello recupero delle terre rare proveniente dalla filiera dello smaltimento delle batterie i passi avanti ci sono e sono evidenti, come mostrato anche nelle immagini di Presa Diretta di qualche mese fa, non altrettanto evidente è il cambio di paradigma in merito all’utilizzo dell’energie. Sembra un disco rotto ormai quello degli aumenti di gas e luce sul quale si consumano regolarmente gli scontri politici su come calmierare le continue impennate dei prezzi, ma mai si sente parlare della necessità di arginare la sfrenata corsa al consumo soprattutto in ambito civile che non può essere certo liquidata dall’utilizzo delle fonti rinnovabili a mo’ di lavaggio di coscienza.

È sotto gli occhi di tutti infatti, che al netto di casi singoli, la crescita delle rinnovabili non ha generato un complessivo argine ai prezzi la cui discesa può essere solo frutto di un utilizzo davvero responsabile non solo dell’energia in via primaria, ma anche dell’acqua, dei prodotti alimentari e degli abiti, per citare i settori più energivori. Ecco quindi l’urgenza di porre anche questi temi, a moderato avviso di chi scrive, al centro dei dibattiti che si alterneranno in queste ore alla Cop28 in corso a Dubai. Se tale principio di responsabilità non emerge con forza da tale consesso infatti, tutti gli impegni che si possono prendere rischiano ancora una volta di trasformarsi nella fiera delle buone intenzioni.

@VinsViglione

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