Il progetto Housing First di Roma è realizzato da fio.Psd, Comunità di Sant’Egidio e Cisco Italia
Avere un tetto sopra la testa permette di affrontare i problemi con maggiore serenità. Parte da questo assunto l’housing first, il progetto nato a New York negli anni ’90, poi esportato in Europa. Da un’indagine della Federazione italiana organismi per i senza dimora dello scorso ottobre sono oltre mille le persone senza fissa dimora coinvolte nei progetti di Housing First in Italia. Micro comunità che favoriscano il reinserimento sociale e lavorativo, affrontando anche altre problematiche specifiche: mancanza di lavoro, come dipendenze, problemi di salute. Un anno fa fio.Psd ha avviato un progetto di housing first a Roma con Cisco e la Comunità di Sant’Egidio.
14 le persone ospitate finora nei cinque appartamenti romani. Una coppia, una famiglia di quattro persone, otto singoli che vivono in condivisione in tre degli appartamenti. I volontari della Comunità di Sant’Egidio si occupano della parte pratica, supportando gli ospiti nel percorso di autonomia. Ad oggi, due persone hanno trovato lavoro dopo l’ingresso nella casa e un’altra ha già terminato il progetto e raggiunto la piena autonomia.
Cisco Italia contribuisce al progetto con un milione di euro, volti a sostenere le spese per gli appartamenti, ma non solo. L’azienda, infatti, ha messo a disposizione alcune tecnologie. Anche grazie a questi strumenti il progetto ha permesso di accogliere ed assicurare una sistemazione stabile a persone fragili e in emergenza abitativa in pochi mesi. Tra le attività della fio.Psd ci sono la formazione e la supervisione dei volontari ed il monitoraggio e la valutazione sull’efficacia e sui risultati delle accoglienze. «Siamo lieti di poter contribuire alla conoscenza e diffusione dell’Housing First anche nella bella collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio e il supporto strategico di Cisco», ha sottolineato la presidente della fio.Psd, Cristina Avonto.
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