Rotta balcanica, la testimonianza

Tra i relatori dell’incontro di giovedì 4 febbraio Daniele Bombardi, coordinatore regionale di Caritas italiana nei Balcani

Tra crisi di governo e pandemia la questione migratoria era finita nel dimenticatoio. Anche da parte dei media. Eccezion fatta per rari casi. L’incendio del campo di Lipa dello scorso 23 dicembre aveva riportato il tema nell’agenda setting di quotidiani e tv. Almeno per qualche giorno. Noi avevamo provato a raccontare la situazione in un articolo del 14 gennaio. In quell’occasione la presidente de Il Pulmino Verde, Fernanda Torre, ci aveva raccontato la precarietà della situazione dei migranti in Bosnia.

Il tema resta sotto la lente di ingrandimento dell’Europa e di chi lavora sul campo. Giovedì 4 febbraio alle 20.30, in occasione della Giornata mondiale della Fratellanza umana, si terrà un incontro sulla situazione della rotta balcanica. L’appuntamento è organizzato da Festival Francescano, Antoniano di Bologna, Caritas Emilia-Romagna, associazione ApiS – Amore per il Sapere. Tra i relatori Daniele Bombardi, coordinatore regionale di Caritas italiana nei Balcani, che a Lipa collabora con la Croce Rossa locale.

«La situazione emergenziale ha fatto saltare tutti gli interventi ordinati fino ad allora. Sin dal primo momento abbiamo collaborato alla distribuzione di cibo, legno per riscaldarsi, giacche a vento, coperte», racconta Bombardi, che definisce le condizioni «disastrose». Il referente della Caritas sottolinea che dall’incendio del 23 dicembre l’unico atto del governo è aver inviato l’esercito a piantare 30 tende che «sono scaldate a malapena. Ci sono dei bisogni giganteschi dal punto di vista umanitario. Ora sono necessari interventi strutturali cercando di migliorare la situazione del campo. Ma assistiamo al rimbalzo di responsabilità tra le autorità locali», aggiunge Bombardi.

LEGGI ANCHE: La situazione dei campi migranti nella fase 2

Caritas vorrebbe piantare una tenda refettorio ed altre per l’isolamento da eventuali malati Covid. «Avere le autorizzazioni sta diventando complicato. Non possiamo andare avanti così all’infinito. Spero sia questione di ore, giorni. E che non si tentenni ancora». Nelle scorse settimane è stata avanzata la possibilità di spostare i migranti nell’ex campo di Bira. «Logisticamente sarebbe la soluzione migliore, ma non è fattibile per ragioni politiche. I cittadini del luogo hanno già protestato per questa possibilità. Noi abbiamo proposto soluzione alternative come l’ospitalità in strutture alberghiere almeno per il periodo invernale. Non sono state prese in considerazione», ha detto Bombardi.

«Quella in Bosnia è una situazione Bosnia da pelle d’oca che si sta consumando ai confini dell’Europa, di fronte alla quale non è possibile restare inermi. Come francescani – dice presidente del Festival Francescano e direttore dell’Antoniano di Bologna, Fra Giampaolo Cavalli – siamo sempre stati presenti in Bosnia. Bisogna trovare percorsi che in qualche modo possano attivare la responsabilità di chi è coinvolto. E poi l’incontro si incardina in un percorso legato ad lavoro dell’Antoniano e del Festival francescano di restare in dialogo con tutte le persone che vogliono rendere la nostra società sempre migliore, più accogliente, fraterna, inclusiva, meno discriminante. Dalla parte di chi viene sfruttato, di chi la libertà non ce l’ha. Penso sia un debito di umanità», chiosa Cavalli.

@ciro_oliviero

Redazione
ADMINISTRATOR
PROFILE

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Skip to content