Dal 2021 la Campania ha beneficiato di quattro agenzie per la vita indipendente. Attivati grazie al finanziamento dalla Regione Campania attraverso la legge 41/86. il partenariato che ha costituito le Avic è composto da Fish Campania, Anffas Campania e Movica. Venerdì avrà luogo ad Aiello del Sabato l’iniziativa “La vita indipendente delle persone con disabilità: il progetto dell’AVIC A05”. Abbiamo parlato de ruolo di Fish Campania nel progetto con il presidente Daniele Romano.

Il 70% delle famiglie di persone con disabilità non fruisce di alcun servizio a domicilio. Quanto è importante investire in progetti di vita indipendente sia per le persone con disabilità che per le loro famiglie?

«Investire in progetti personalizzati e di vita indipendente vuol dire migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Sicuramente la classica assistenza domiciliare non è sufficiente e non risponde in maniera appropriata alle esigenze delle stesse persone con disabilità. In quei territori dove è stato possibile realizzare progetti di vita indipendente, come Atripalda, i beneficiari sono passati da semplici oggetti da assistere a soggetti protagonisti della propria vita».

Ad Atripalda in questo anno e mezzo sono stati sei i progetti di vita indipendente messi in piedi dal partenariato che ha costituito l’Avic A5. Cosa dovrebbe cambiare nella politiche pubbliche per attivare un numero maggiore di progetti?
«Per attivare più progetti di vita indipendente sicuramente bisogna investire in più risorse e passare dalla famosa sperimentazione del ministero ad un fondo regionale. Ad oggi la nostra Regione non investe con proprie risorse e si limita a ripartire i fondi del ministero. Gli ambiti invece devono compartecipare con il 20 per cento. Ritengo che sia arrivato il momento che anche la Regione investa risorse, arrivando anche ad una legge regionale affinché i progetti di vita indipendente diventino strutturali e non più sperimentazione. Ricordo che anche grazie ai fondi del dopo di noi è possibile finanziare progetti personalizzati, ma anche qui la nostra Regione compartecipa con poco più di 200 mila euro (anno 2022). Ritengo che le risorse ci siano, ma andrebbero ricollocate diversamente, per esempio riconvertire la spesa sanitaria in percorsi personalizzati. Inoltre è anche necessaria un azione di formazione verso gli operatori pubblici e le stesse persone con disabilità, per cambiare la cultura che ancora prevale, cioè quella assistenzialistica è legata all’aspetto monetario».

FISH Campania, Anffas Campania e Movica hanno gestito quattro AVIC, agenzie di vita indipendente finanziate dalla Regione Campania. Come si potrebbero rendere strutturali questi interventi per tutto il territorio regionale?
«Sicuramente è necessario che la regione, ma non solo, investa più risorse per fare in modo che in ogni territorio sia presente un’agenzia di vita indipendente. Quando parlo di risorse, non solo quelle economiche, ma anche umane. È necessaria una formazione agli operatori degli ambiti, affinché iniziano a programmare e progettare gli interventi rivolti alle persone con disabilità in maniera personalizzata, e non come avviene oggi».

Oggi, in Campania, i servizi sono adatti a garantire una reale vita indipendente alle persone con disabilità?

«I servizi attuali in Campania non sono adatti a garantire nessun tipo di percorso di vita indipendente, perché ancora incentrati su servizi di assistenza e soprattutto sulla cura della persona. In Campania molte persone con disabilità frequentano centro diurni, ma che non lavorano sull’autonomia ma si limitano alla cura della persona: sono servizi non appropriati perché non rispettano quanto invece prevede la convenzione Onu, è cioè ogni persona con disabilità ha il diritto di vivere la propria vita in maniera indipendente. Urge in Campania una modifica della legge regionale che regolamenta i servizi».

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