Il ruolo delle Paralimpiadi oltre lo sport

Il ruolo delle Paralimpiadi oltre lo sport

L’intervista a Graziano Rossi, editore del giornale online Ghigliottina.info ed affetto da distrofia muscolare di Becker

Le Paralimpiadi di Tokyo 2020 sono appena iniziate e l’Italia è già quarta nel medagliere. Con cinque medaglie il Belpaese è dietro solo ad Australia, Cina e Russia. Sugli oltre 4500 atleti provenienti da 167 Paesi i 115 azzurri vogliono conquistare i maggior numero di medaglie nei 539 eventi sportivi che contraddistinguerrano la manifestazione nipponica. Nuoto, ciclismo, atletica e scherma rappresentano gli sport dove l’Italia può giocare un ruolo centrale. E infatti le prime medaglie sono giunte proprio nel nuoto.

«Le Paralimpiadi di Tokyo 2020, iniziate ieri dopo che i Giochi Olimpici hanno regalato tantissime soddisfazioni alla spedizione italiana, possono essere (davvero) un momento fondamentale per far capire che gli atleti disabili, seppur gareggiando in una competizione a sé, non sono diversi. Non partecipano esclusivamente perché hanno una disabilità. Sono atleti veri, esattamente come quelli che abbiamo visto fino a qualche settimana fa», ha sottolineato Graziano Rossi, editore del giornale online Ghigliottina.info ed affetto da distrofia muscolare di Becker.

GUARDA L’INTERVISTA: Emmanuele Marigliano vola a Tokyo

Ma le Paralimpiadi non sono solo un evento sportivo. «L’obiettivo, quello più alto, è che ogni parte del mondo civile e istituzionale si attivi per una società non più solo inclusiva, ma egualitaria, nella quale il pietismo davanti a una problematica intellettiva o fisica si possa trasformare in caratteristica di una persona. Perché – ha concluso Rossi – siamo tutti uguali, ciascuno con le proprie peculiarità, senza dimenticare il supporto che ogni persona con disabilità ha diritto di ricevere».

@dalsociale24

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