Un report digitale per fotografare in tempo reale i 121 insediamenti formali rom e sinti (113 i campi) presenti nel Paese
Bisogna superare i campi rom e sinti. E’ questo il messaggio che arriva forte e chiaro durante la presentazione del report digitale Il Paese dei campi presentato oggi in Senato dall’associazione 21 Luglio. «E’ meno evidente, perché covid e guerra distraggono molto l’opinione pubblica, ma l’antiziganismo c’è, pronto a riaffiorare in qualsiasi momento, ha dichiarato il presidente dell’associazione, Carlo Stasolla. «E i campi rom contribuiscono a generare e alimentare il fenomeno. Infatti, dove non sono presenti il livello è molto più basso in quanto, evidentemente, nasce anche per intolleranza verso questi luoghi», aggiunge.
«L’Italia è denominata in Europa il Paese dei campi – specifica Stasolla -, e il grande limite in questi anni è l’assenza di dati numerici: si sono fatte politiche, strategie nazionali, piani di azioni regionali e locali ma non si ha contezza dell’entità del fenomeno dei campi rom, degli insediamenti monoetnici sul territorio nazionale».
La mappa completa da’ la possibilità di conoscere a seconda della tipologia (capo, area residenziale monoetnica o centro raccolta) ed etnia (rom, sinti o entrambe) se la zona interessa è in stato di superamento, aperta o chiusa definitivamente.
Un report digitale per fotografare in tempo reale i 121 insediamenti formali rom e sinti (113 i campi) presenti nel Paese. Con l’aggiunta di quelli informali, negli insediamenti vivono circa 18.000 persone. «Si tratta, grazie alle linee guida delineate (frutto di un lavoro passato), di uno strumento fondamentale per l’attuazione di politiche sociali, oltre ad essere spunto di informazione per media ed attivisti. Il dato importante – spiega Stasolla – che emerge dal report è che negli ultimi anni c’è una tendenza verso il superamento dei campi: attualmente sono 26 quelli in superamento».
«Dobbiamo lavorare con il massimo sforzo per il superamento dei campi rom. Un lavoro – dichiara Giorgio Fede, senatore M5S e presidente della commissione Diritti umani – che deve essere portato avanti a tutti i livelli, da quello nazionale a quello locale. La politica deve farsi carico di questa situazione mettendo in campo misure concrete per far sì che ci sia una vera inclusione sociale di tutte le comunità Rom e Sinti presenti sui territori».