Carmela scrivere al ministero dell’Interno per avere chiarimenti sulla vicenda
Carmela Sermino è la vedova di Giuseppe Veropalumbo. La notte del 31 dicembre 2007 suo marito venne ucciso da un proiettile vagante mentre era nella sua abitazione di Torre Annunziata. Da 13 anni Carmela lotta per la verità. Poco più di un anno fa sono state riaperte le indagini dopo le dichiarazioni dell’allora killer del clan Gionta, Michele Palumbo, oggi pentito di camorra. Indagini poi archiviate nuovamente, in attesa di ulteriori elementi probanti. Nella stessa città dove moglie e suocera di un affiliato al clan Gionta percepivano il vitalizio riservato ai familiari delle vittime di camorra.
Carmela e sua figlia non hanno diritto a quel vitalizio. Nonostante le carte prodotte in questi anni non gli è stato ancora riconosciuto. Nonostante abbiano presentato, dietro richiesta, il casellario giudiziario dei parenti fino al quarto grado. «Quando stamattina ho letto la notizia mi sono sentita amareggiata. Questo è il proprio il caso di dire che si utilizzano due pesi e due misure. Io che provo a veder riconosciuto un diritto senza riuscirci e dall’altra parte c’è chi lo ha avuto senza che ci fosse un controllo. È una vergogna», racconta a dalSociale24 Carmela Sermino.
«Non esiste giustizia», incalza la Sermino. «A Peppe non è stata garantita la sicurezza. Non è stato dato un nome all’assassino. Leggere di questo caso è stato come ricevere uno schiaffo. Una doccia fredda. Mi chiedo cosa voglia fare lo Stato. Le vittime innocenti sono morte, spesso in modo tragico, e non sono neanche tutelate. Non c’è giustizia e tutela nei nostri confronti, nei confronti dei familiari», dice Carmela Sermino, aggiungendo che scriverà al ministero dell’Interno per chiedere chiarimenti su questa vicenda.
«Voglio ringraziare la Guardia di finanza per aver indagato. Senza il loro impegno probabilmente non saremmo mai venuti a capo di questa storia. Perché non siano stati effettuati dei controlli più approfonditi prima?», si chiede la vedova Veropalumbo. «Questa è una vergogna nazionale. Sono stanca». Carmela Sermino oggi è assessore alla III Municipalità di Napoli. Fra un paio di mese la città andrà al voto e lei dovrà tornare nuovamente a cercare lavoro. «Noi paghiamo ogni cosa, mentre queste persone oltre al vitalizio avevano la previdenza sanitaria gratuita, magari anche un posto di lavoro. «Io – aggiunge Carmela – non posso neanche essere iscritta al collocamento mirato destinato ai familiari delle vittime innocenti perché Peppe non è stato ancora riconosciuto vittima innocente».
@ciro_oliviero