Inaugurazione il 14 febbraio presso la Casa del Volontariato di Roma
La sesta edizione di “Sensuability, ti ha detto niente la mamma?” promette di essere un’esperienza coinvolgente e rivoluzionaria. L’apertura dell’evento organizzato dall’associazione NessunoTocchiMario è prevista per il 14 febbraio presso la Casa del Volontariato di Roma. Ed aperta al pubblico fino al 28 febbraio. Questa mostra di fumetti e illustrazioni si propone di esplorare in profondità il legame tra sessualità e disabilità. Con oltre 150 tavole in esposizione, tra cui 91 opere provenienti dal concorso Sensuability & Comics ed altre firmate da famosi illustratori italiani, l’evento offre un’ampia panoramica di prospettive e stili artistici.
L’obiettivo principale della sesta edizione dell’iniziativa è sfidare e scardinare pregiudizi e stereotipi che circondano il binomio sessualità e disabilità. Gli artisti coinvolti affrontano questo tema con ironia, leggerezza e profondità, proponendo una riflessione su come la sessualità possa essere vissuta e rappresentata in contesti diversi da quelli convenzionali. Quest’anno, il tema centrale ruota attorno al rapporto tra sessualità, disabilità, fiabe e favole, invitando gli artisti a esplorare nuove dimensioni creative e narrative.
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Nel corso della cerimonia inaugurale avrà luogo la premiazione dei tre vincitori del concorso, selezionati da una giuria composta da esperti del settore, tra cui spicca il nome dell’illustratore Fabio Magnasciutti, presidente di giuria. L’evento sarà arricchito da esibizioni musicali del duo Not Due, composto dall’illustratore Fabio Magnasciutti e da Alessio Morglia, che intratterranno il pubblico con le loro performance dal vivo.
Parlando dell’importanza di Sensuability, Armanda Salvucci ha sottolineato l’importanza di ridefinire i canoni di bellezza e di sensualità. «Sensuability è una nuova idea di sessualità ma è anche un modo di essere, di agire nei confronti degli stereotipi. I nostri corpi sono sensuali nelle loro imperfezioni, sono unici, possono essere attraenti e devono essere espressi nella loro eterogeneità, amati da noi stessi così come sono. Un messaggio che non ci stancheremo mai di esprimere, che deve arrivare al cuore dei tanti ragazzi vittime dei modelli di bellezza che la società ci impone, minati nella loro sicurezza e nella loro serenità».
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