Secondo i dati Inail nel primo semestre di questo 2021 le denunce di infortuni sul lavoro sono aumentano dell’8,9% rispetto allo stesso periodo del 2020
Le celebrità a Capri, si sa, sono una consuetudine. Tanto che ormai non farebbero neanche più notizia se non fosse per l’esigenza di fornire qualche incentivo all’industria del turismo in quanto settore tra i più penalizzati dall’emergenza Covid. Ma c’è un aspetto che incuriosisce nel racconto degli ultimi giorni a proposito di vip e super vip sbarcati sull’isola azzurra, e cioè il frenetico rimbalzo tra giornali locali e nazionali dell’avvistamento del divo o della diva giunto con la barca da sogno che si diverte nel locale famoso, e così via. Una rincorsa che proprio nel caso di Capri sembra avere come obiettivo quello di cancellare alla svelta la tragedia del bus che il 22 luglio scorso si è ribaltato in zona Marina grande provocando la morte del giovane autista Emanuele Melillo di 33 anni, e il ferimento di ben 23 persone, per lasciare posto a una s(tr)ana mondanità da ombrellone.
Una storia assurda, l’ennesima, di morte sul lavoro che avrebbe meritato una eco ben diversa per la sua portata, e alla quale tra l’altro proprio due giorni fa si è aggiunta quella di Laila El Harim, ragazza di 40 anni che ha perso la vita perché rimasta incastrata in un macchinario dell’azienda di packaging in cui lavorava nel modenese. Due episodi tragici a distanza di dodici giorni. Esattamente come le dodici morti avvenute nello stesso lasso temporale (una al giorno) di cui poco o nulla è arrivato sulle cronache nazionali ma che impongono una severa riflessione.
Siamo in estate e ovviamente la gente ha il diritto di rilassarsi e provare a ritrovare un po’ della tranquillità smarrita tra i mille rivoli dell’emergenza Covid. Ma non possiamo trascurare i dati Inail diffusi lo scorso 30 luglio, secondo i quali nel primo semestre di questo 2021 le denunce di infortunio sul lavoro sono state ben 266.804 (+8,9% rispetto allo stesso periodo del 2020), 538 delle quali relative ad eventi con esito mortale (-5,6% rispetto al 2020). Numeri impressionanti che nonostante la lievissima flessione rispetto al primo semestre dello scorso anno, nell’ambito dei decessi ci raccontano comunque di 3 vittime al giorno, senza distinzioni di carattere geografico tra nord e sud, che ci obbligano a rilanciare senza tentennamenti il tema della maggiore tutela e sicurezza sui luoghi di lavoro come impegno da mettere, anch’esso, al centro del dibattito sugli obiettivi di rilancio economico e occupazionale collegati al cosiddetto Recovery Fund.
Anche perché a margine dei numeri ufficiali che mese per mese raccoglie l’Inail, ci sono quelli estranei all’ufficialità di cui nessuna cronaca estiva, ma neanche invernale e di nessuna stagione, racconterà mai. Come quelli degli stagionali che giorno dopo giorno sono costretti ad accettare condizioni di lavoro irregolari e ai limiti della dignità ma indispensabili per riuscire a sbarcare il lunario.
@VinsViglione