Sipla, la più grande rete anticaporalato

Sipla, la più grande rete anticaporalato

La più grande d’Italia in tema di contrasto al caporalato, messa in piedi sono 50 organizzazioni e coordinata da Arci e Consorzio Communitas

«La legge nazionale 199/2016 da sola non può essere realmente efficace nei suoi obiettivi di contrasto allo sfruttamento del lavoro e di argine al fenomeno criminale del caporalato». Lo scriveva a fine luglio su queste pagine l’ex consigliere regionale della Campania Vincenzo Viglione. Da ieri c’è uno strumento in più. O meglio una rete. Allargata. La più grande d’Italia in tema di contrasto al caporalato. Si chiama Sipla e a metterla in piedi sono 50 organizzazioni presenti in 15 regioni. A coordinare il progetto sono Arci e Consorzio Communitas, con il sostegno della Caritas Italiana. Il progetto è nato nel corso del Meeting Internazionale Antirazzista tenutosi a Cecina dal 2 al 5 settembre. L’azione è sostenuta dai fondi Fami e Fse con il bando 1/2019 dei ministeri del Lavoro e delle Politiche sociali.

Sul piano pratico il progetto prevede il sostegno ai lavoratori stranieri finiti nella morsa del caporalato. Trai servizi offerti accordi con le aziende agricole, accompagnamento lavorativo, sportelli informativi, offerta di soluzioni abitative alternative ai ghetti. Oltre al sostegno nella denuncia di situazioni di sfruttamento. Il passo successivo prevista da Sipla è l’interazione con enti locali, sindacati per mettere in piedi una filiera etica nel settore agro-alimentare italiano. Un’attività quanto mai necessaria, in virtù anche dei dati del terzo rapporto agromafie e caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto Cgil Flai, secondo il quale sono circa 80 i distretti agricoli, da nord a sud, nei quali si registra grave sfruttamento e caporalato.

LEGGI ANCHE: La lotta al caporalato passa dal giusto prezzo

Progetti di filiera etica sono già attivi in Italia. Come Get AP!, progetto dell’organizzazione umanitaria Dokita che vuole scrivere un nuovo modello di sviluppo sostenibile a favore del territorio laziale e delle comunità immigrate nell’agro pontino. E ancora Funky Tomato e Iamme, il marchio anticaporalato nato dall’intesa tra No Cap e la rete Perlaterra, i cui prodotti sono disponibili negli oltre 500 punti vendita del gruppo Megamark.

@rob_malfatti

Redazione
ADMINISTRATOR
PROFILE

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Skip to content