Sconto del 10 per cento sulla Tari ai locali che chiudono le porte al gioco d’azzardo. Questa la ricetta messa in campo ormai dal 2014 dal Comune di Sori, in provincia di Genova. Nei primi tempi dall’entrata in vigore di questa norma l’allora neo sindaco di centrosinistra Paolo Pezzana era guardato male. Il tempo è stato galantuomo e gli ha dato ragione. Dopo quattro anni, su ventuno esercizi commerciali che potrebbero installare le slot machine, solo due le hanno. Un risultato importante che va a scapito delle casse comunali. Dal primo calcolo fatto dalla ragioneria dell’amministrazione comunale la perdita in termini di tributi non percepiti si aggira tra 20 e i 25 mila euro annui. Soldi ben spesi per la salute dei cittadini.

Non solo Sori. Diversi comuni italiani hanno deciso di regolamentare sui limiti orari e sulle distanze dei locali che offrono la possibilità ai propri clienti di giocare d’azzardo. Tra questi già dal 2016 figurano Napoli, Portici, Sassari al sud. Mogliano Veneto, Aosta, Varese, Biella al nord. Livorno, Modena e Bologna nel centro Italia. Oltre cinquanta i comuni che in tutto lo stivale hanno deciso di muoversi i questa direzione. Sul sito dell’associazione Avviso Pubblico si possono trovare i provvedimenti delle Regioni e degli enti locali in materia di gioco d’azzardo.

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