Il ddl prevede sgravi fiscali ed incentivi per le imprese che mettono al centro della propria attività l’inclusione sociale e lavorativa di persone disabili
L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità è un tema che spesso resta materia esclusiva di dibattito. La pratica è una cosa che appartiene sola ai familiari ed alle associazioni che si occupano delle persone con disabilità. Tra le realtà che praticano l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità ed autismo ci sono il Tortellante di Modena, la Banda Rulli Frulli di Finale e Pizzaut di Cassina de’ Pecchi, in provincia di Milano. Realtà che a luglio dello scorso anno si fecero portavoce di un intero mondo. Dimostrarono cosa significa inclusione sociale e lavorativa, cucinando in piazza a Montecitorio. All’iniziativa presero parte anche l’allora presidente del Consiglio Conte ed il presidente della Camera Fico.
Queste tre realtà hanno presentato un documento che è stato il punto di partenza per il ddl sulle start up sociali innovative. Un disegno di legge che prevede sgravi fiscali ed incentivi per le imprese che mettono al centro della propria attività l’inclusione sociale e lavorativa di persone con disabilità e con disturbi dello spettro autistico. Primo firmatario della proposta di legge Eugenio Comincini, insieme a Matteo Renzi, Davide Faraone, Laura Garavini e Simona Malpezzi. Era stato proprio Comincini a presentare il ddl oltre un anno fa.
Tra i principali requisiti che dovranno avere le imprese per rientrare nella definizione di start-up a vocazione sociale ci sono i tempi di costituzione. Non meno di un anno e non più di cinque. Dipendenti e collaboratori devono rappresentare almeno i due terzi della forza lavoro complessiva. L’ultimo bilancio non deve essere superiore a 5 milioni di euro. L’incentivo riguarda la detrazione del 20 per cento del capitale sociale fino ad un massimo di 50 mila euro. L’assegno o pensione di invalidità sono sospesi per il periodo di assunzione. I datori di lavoro potranno chiedere un incentivo per le assunzione per 36 mesi pari al 70 per cento della retribuzione lorda mensile per le persone assunte a tempo indeterminato.
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