Appena due anni fa il rapporto Svimez bocciata il Mezzogiorno. Da quello pubblicato oggi emerge che il Mezzogiorno, negli ultimi due anni, ha recuperato i livelli di Pil ante Covid-19. La crescita del prodotto interno lordo italiano è stimata al +3,4 per cento. Ma dovrebbe tornare a crescere anche il divario tra nord e sud del Paese. La crescita del centronord si attesta intorno al 3,6, mentre il Mezzogiorno si ferma al 2,8. Tra i maggiori ritardi evidenziati dalle anticipazioni del rapporto Svimez c’è il completamento delle opere pubbliche, il cui termine ultimo di rendicontazione è fissato al 31 agosto 2026.

Ritardi si registrano anche sul fronte scuola. Secondo Svimez circa 650mila alunni delle scuole primarie statali non beneficiano del servizio mensa. Si tratta del 76 per cento. La stima per il nord è che ne resta fuori il 46 per cento. Stessa emergenza sul fronte palestre. Solo 550mila alunni delle scuole primarie del Mezzogiorno frequentano una scuola dotata di palestra. Appena il 34 per cento, contro il 54 per cento del centronord.

Le carenze infrastrutturali incidono anche sull’accesso al tempo pieno. Al Mezzogiorno solo il 18 per cento degli studenti vi ha accesso. Al centronord il 48. La stessa percentuale si raggiunge in Basilicata, unica regione del sud con valori alti. In Umbria il 28 per cento, mentre le Marche sono al 30. Molise (8%) e Sicilia (10%) ultime della graduatoria. Su un ciclo scolastico intero di 5 anni, gli alunni di Molise e Sicilia perdono circa 1000 ore rispetto ai colleghi del centronord.

Il rapporto suggerisce di investire parte dei fondi del Pnrr per colmare il divario di infrastrutture. Su questo aspetto si è pronunciato anche il ministro per la Coesione territoriale, rivendicando lo stanziamento del governo Draghi di oltre due miliardi e mezzo per recuperare questo divario.

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