La proposta di Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, intervenendo a L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus
Oggi quasi tutte le regioni italiane passano in zona gialla. In zona arancione ci sono Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta. La sola Sardegna resta in zona rossa. Da quando è iniziato il valzer delle colorazioni delle regioni sono trascorsi diversi mesi. C’è stato un continuo ricambio. Dalla gialla alla rossa e viceversa. La Sardegna era stata la prima ed unica a finire in zona bianca: tutto aperto senza restrizioni. Ci si era affidati al comportamento dei cittadini. Evidentemente non è bastato. La Sardegna oggi è l’unica che resta in zona rossa. Anche la Valle d’Aosta era stata una delle prime ad allentare le restrizioni. Oggi è arancione.
«Il giallo non funziona, ci sarà una risalita dei casi, dipenderà dal comportamento dei cittadini quanto rilevante sarà questa salita». A dirlo è Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, intervenendo a L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus. «Serve un tagliando ai criteri per determinare i colori delle Regioni, inserendo le vaccinazioni dei più fragili», ha aggiunto. Vaccinazioni delle persone fragili che in alcune regioni procedono a rilento. Soprattutto quelle domiciliari. Come in Lombardia. Mentre in Sicilia sono state somministrate più dosi a fragili e caregiver che a over 80. Non arrivano al 50 per cento dei vaccinati con la seconda dose tra le persone sopra gli 80 anni neanche Calabria, Toscana, Liguria, Marche, Sardegna, Umbria.
«Oggi non considerare le persone fragili vaccinate è un errore, perché dove più fragili sono vaccinati ci si può permettere qualche riapertura in più. Noi oggi sappiamo che il colore rosso funziona sempre, l’arancione presenta un’efficacia minore e non perfettamente costante, il giallo non determina nessun impatto sulla riduzione dei contagi, soprattutto da quando c’è la variante inglese», ha aggiunto Cartabellotta.
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