Test accesso università preclusi a disabili

Test accesso università preclusi a disabili

L’Unione italiana ciechi ed ipovedenti ha scritto a Cisia, l’ente che fornisce la piattaforma per i test, chiedendo chiarimenti, che non sono arrivati

Da qualche anno l’accesso a molti corsi universitari è condizionato da test di ingresso. La maggioranza delle università utilizza la piattaforma Seb (Safe Exam Browser) ed il test online fornito da Cisia, consorzio senza fini di lucro, formato esclusivamente da 53 atenei statali oltre alle conferenze di Ingegneria, Architettura e Scienze. Il test può essere eseguito da remoto. Questo però non per tutti. Le persone con disabilità visiva sono infatti impossibilitate ad eseguirli, in quanti i sistemi non sono accessibili. Non rispondono cioè agli standard fissati in Italia già nel 2004. Una situazione discriminante, rilevata da Uici e Agenzia Iura, per la quale, secondo il presidente dell’associazione ciechi Mario Barbuto deve fare «indignare».

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La soluzione ideale sarebbe che Cisia realizzi un pdf accessibile alle persone non vedenti, in modo da permettere loro di eseguire i test. L’Unione italiana ciechi ed ipovedenti ha scritto a Cisia chiedendo chiarimenti, che non sono arrivati. L’associazione ha dunque deciso di scrivere, nei prossimi giorni, al ministro dell’Università Maria Cristina Messa. «Questo accade oggi nel nostro Paese a distanza di quasi vent’anni dalla legge sugli standard sull’accessibilità, a dodici dalla ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e mentre la Ue continua a ribadire la priorità dell’accessibilità di luoghi e strumenti».

@dalsociale24

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