Lotta alla crisi climatica, innovazione tecnologica, lavoro, inclusione sociale. Questi sono alcuni dei venti ambiti sui quali Legambiente ha presentato proposte ai candidati. Cento le proposte che l’associazione ha messo nero su bianco attorno al macro tema della transizione ecologica. L’agenda, presentata oggi a Roma, chiede lo spostamento di risorse pubbliche dai settori più inquinanti a quelli più innovativi e con minor impatto ambientale.

Scendendo nello specifico del documento di Legambiente, si legge eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, sul consumo di suolo. Riordino dei bonus edilizi, contrasto alla gestione illecita dei rifiuti, alle illegalità connesse alle filiere agroalimentari. Ed ancora semplificazione e velocizzazione degli iter per le fonti rinnovabili e approvazione dei decreti attuativi dell’end of waste. Incentivi alla mobilità sostenibile, smaltimento di amianto, riqualificazione degli edifici scolastici.

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Secondo Legambiente «se la transizione ecologica italiana andrà in questa direzione potrà contribuire davvero a tutelare l’ambiente, creare nuova occupazione, realizzare nuovi impianti di economia verde e aiutare famiglie e imprese a ridurre il caro bollette». Il prossimo governo «non potrà permettersi gli errori commessi dal governo Draghi, nato sotto l’egida di una auspicata transizione ecologica», ha detto il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, «e che invece si è caratterizzato per una narrazione in negativo della rivoluzione green».

L’aspettativa di Legambiente dal prossimo esecutivo è «più coerenza rispetto allo storico voto unanime del febbraio scorso, che ha portato all’inserimento nella Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e dell’interesse delle future generazioni. Occorre, dunque, correggere la rotta rispetto a quanto fatto fino ad oggi», ha concluso Ciafani.

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