L’intervista alla senatrice della commissione Ambiente, Patty L’Abbate
Servizio civile ambientale, Salvamare, transizione ecologica, G20 ambiente. Le politiche ambientali devono essere sempre più centrali nel Paese. Ne abbiamo parlato con la senatrice e capogruppo M5S in commissione Ambiente, Patty L’Abbate.
Senatrice, è passato un po’ di tempo da quando Alessandro Di Battista propose all’ex ministro dell’ambiente Sergio Costa il Servizio Civile Ambientale. La proposta sembrava interessante, poi sono cambiati i governi e i relativi ministri. Notizia di domenica scorsa, passata sottotraccia, la ministra per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone e il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani hanno siglato un protocollo che dà il via libera proprio al Servizio Civile Ambientale. Ce ne può parlare?
«Con il Servizio Civile Ambientale impegniamo i giovani in azioni concrete in grado di contribuire alla rivoluzione verde e transizione ecologica. Questo nuovo impianto andrà a supportare tutto l’ottimo lavoro che sui territori già fanno associazioni e privati cittadini. Servivano rinforzi e grazie al protocollo firmato dai ministri Dadone e Cingolani presto arriveranno. Abbiamo un obiettivo troppo importante che non possiamo assolutamente lasciarci sfuggire: la neutralità climatica entro il 2050. Inoltre, questo nuovo processo contribuire a creare quello che io definisco “una nuova coscienza biosferica”, una nuova identità green ai giovani che metterà al centro del proprio fare l’ambiente e la sua tutela. Certo non basterà il servizio civile, ma occorrerà ogni sforzo possibile, dalla politica in primis. Le priorità, basta accendere la tv, ormai le conosciamo e sono sotto gli occhi di tutti».
A proposito di tutela ambientale, in commissione ambiente del Senato è arrivato finalmente il primo ok alla Legge Salvamare. Finalmente si inizia a vedere uno spiraglio.
«Sì, e presto arriverà in Aula. I dati sull’inquinamento dei nostri mari e specchi d’acqua rilevano percentuali di plastica preoccupanti. Questa legge è tanto semplice quanto potente perché permetterà finalmente ai pescatori di portare a terra i rifiuti raccolti in mare senza incorrere in sanzioni. Questa è una norma giusta e che salverà nel tempo decine di specie marine».
Parliamo di transizione ecologica. Con il G20 che si è tenuto a Napoli sono stati fatti grossi passi avanti per quanto riguarda il raggiungimento della neutralità climatica. Si sono riusciti a trovare accordi anche laddove i sistemi economici delle varie nazioni sono significativamente diversi e complessi. Certo, manca la data per il phase out del carbone. Adesso si punta tutto sulla Cop26 di Glasgow.
«Con il G20 sono stati raggiunti accordi su 58 punti rispetto ai 60 di partenza ed è un risultato eccellente. Alla vigilia, le posso assicurare, non era un dato così scontato. Il Ministro Cingolani ha fatto un ottimo lavoro di mediazione, soprattutto con quelle nazioni storicamente poco propense alle mediazioni climatiche. Glasgow rappresenta la chiave di volta di tutti i prossimi processi politici, ambientali e sociali. Sono ottimista che anche sui due punti rimasti si troverà un accordo. La posta in gioco è troppo alta».
@ciro_oliviero