Il 31,5 per cento delle donne fra i 16 e i 70 anni ha subito un abuso fisico o sessuale. Quasi una su tre. Questo quanto emerge da un’analisi di Uecoop. Il documento, elaborato su dati Istat, è stato elaborato in relazione all’ultimo episodio di violenza verificatosi a Catania. Dal rapporto di Uecoop emerge anche un altro dato significativo. Oltre 100 donne al giorno si rivolgono ai centri antiviolenza che sono presenti su tutto il territorio nazionale.

Per il responsabile dei centri antiviolenza Lilith, Giovanni Russo, il fatto che la questione torni continuamente alla ribalta delle cronache «ci mostra le numerose sfaccettature di un’emergenza sociale che non viene ancora affrontata adeguatamente». Rispetto al dato emerso dal rapporto di Uecoop, Russo sottolinea che «va posto l’accento sulla capacità di offrire sostegno e risposte rapide».

I dati del Dipartimento per le pari opportunità evidenziano che le case rifugio sono passate dalle 163 del 2013 a 228, mentre i centri antiviolenza da 188 a 285. Giovanni Russo ricorda che esistono anche i dati delle organizzazioni non governative, secondo i quali si sono 79 case per un totale di 627 posti letto. «Molto più critica ed incerta è la definizione dei centri antiviolenza. Un numero distribuito in maniera disomogenea sul territorio nazionale e inadeguato per rispondere ai bisogni e alla sicurezza delle donne che subiscono violenza», afferma Giovanni Russo. Un numero che, secondo il responsabile dei centri antiviolenza Lilith, è «in totale violazione della raccomandazione EGTFV del 2008 che indica come parametro numerico adeguato di alloggi sicuri in rifugi per donne specializzati, disponibili in ogni regione, un posto letto per 10mila abitanti. Secondo la citata ricerca, in Italia sarebbero necessari 6.078 posti letto, ne mancano ben 5.451».

Ciro Oliviero



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