Hanno un doppio valore sociale, perché realizzate con plastica ed altri rifiuti riciclati e perché accessibili alle persone con disabilità
Le mascherine realizzate da Kimuli Fashionability hanno un doppio valore sociale. In primis, vengono realizzate con materiali riciclati. In secondo luogo, sono accessibili alle persone non udenti, ovvero quelle che hanno bisogno di leggere le labbra per poter comunicare. Le mascherine di stoffa non erano idonee e dunque la giovane imprenditrice Juliet Namujju ha pensato a come poter ovviare al problema. In un primo momento per i dipendenti non udenti della sua azienda. Quando il prodotto ha preso forma ed è stato conosciuto la sartoria è stata sommersa di richieste. Ad oggi sono oltre 2mila le mascherine di questo tipo vendute. 600 le ha ordinate la ong Diversability di Los Angeles.
Juliet Namujju non è nuova ad iniziative del genere. La sua sartoria a Mpigi, in Uganda, ha fatto dell’inclusione punti chiave sin dalla nascita tre anni fa. Il personale che lavora lì è fatto in gran parte di persone con disabilità. Metà di questi, 25, sono non udenti. Il marchio di moda è anche sostenibile perché – non solo le mascherine realizzate in questi mesi – tutti gli abiti e gli accessori sono realizzati con plastica e altri rifiuti riciclati.
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