Il valore dei beni confiscati

Il valore dei beni confiscati

La Campania è seconda solo alla Sicilia

Nel corso dell’audizione di questa mattina in commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali il ministro dell’Interno ha parlato anche di beni sequestrati e confiscati. Durante il suo intervento Luciana Lamorgese ha evidenziato che «nel 2018 sono stati sequestrati beni per un valore prossimo ai 5 miliardi di euro, rispetto al 2017 quando si attestavano intorno ai 3,4 miliardi. Anche le attività di confisca hanno registrato un picco, passando da 2 miliardi del 2017 a i 4 miliardi del 2018».

Per patrimonio di beni sequestrati e confiscati alle mafie la Campania è seconda solo alla Sicilia. Nel 2018 in Campania sono stati destinati 468 immobili e 2 aziende confiscati. Per il consigliere regionale e membro della commissione Anticamorra, Vincenzo Viglione, «è importante sostenere le realtà che gestiscono i beni confiscati. Tra le attività che potremmo avviare penso ad un percorso di confronto con i Comuni dove c’è la maggiore presenza di beni confiscati come Castel Volturno, Casal di Principe, ma anche altri come Teano, Maiano di Sessa Aurunca, Afragola, per fare un check sull’affidamento, sulla gestione. Chiaramente nei limiti di competenza del consiglio regionale. Così possiamo capire il fondo messo a disposizione in che termini va potenziato».

La legge regionale approvata lo scorso maggio assegna dei fondi, ma non possono bastare quelli per il riutilizzo dei beni confiscati in Campania. Ne è consapevole lo stesso Viglione, il quale sottolinea che i «500 mila euro stanziati per la ristrutturazione sono una timida risposta». Il consigliere regionale della Campania sottolinea che è al vaglio la ricerca di ulteriori fondi da destinare al riutilizzo dei beni confiscati in vista della prossima legge di bilancio.

In Campania ci sono realtà che recuperano soggetti con disagio mentale nel beni confiscati alla camorra. Una necessità, secondo Viglione, dato «il periodo particolare che attraversiamo. C’è ancora un vulnus nell’assistenza sanitaria regionale che viene sopperito attraverso i beni confiscati. L’idea sarebbe quella di implementare l’offerta del servizio sanitario regionale e lasciare che i beni confiscati siano destinati ad altre attività, ma adesso non ce lo possiamo permettere».

L’ultimo libro di Toni Mira sui beni confiscati racconta diverse realtà che stanno nascendo nei beni confiscati del casertano. Come quelle di Cancello Arnone, Teano, dove si producono pasta, passata di pomodoro, i ceci di Teano che saranno presenti anche nel pacco alla camorra di quest’anno. «Questo – ha detto il consigliere – è un segnale forte per tutto il panorama dell’agricoltura che offre opportunità di lavoro e recupero in zone che sarebbe state abbandonate ed esposte al degrado o tornate in mani nelle quali non vogliamo che tornino».

Redazione
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