Della gestione dei vigneti si occupa Alterco, che quest’anno ha portato il Rosso Libero – Michele Cianci al Vinitaly di Verona
La sera del 2 dicembre 1991 il commerciante di Cerignola Michele Cianci venne ucciso per essersi opposto ad un tentativo di rapina. Il suo omicidio è finito nel maxiprocesso Cartagine. Gli inquirenti hanno scoperto che il clan aveva scelto l’armeria di Michele Cianci in quanto la più fornita. Sarebbe stato semplice recuperare un ingente numero di armi nuove. Nello stesso territorio, in Puglia, il bene confiscato Le terre di Peppino Di Vittorio stanno producendo economia sostenibile, sociale, antimafia.
Della gestione dei vigneti si occupa Altereco, che ha deciso di raccontare la storia di Michele. Lo fa attraverso un vino igp che porta il suo nome. Il Rosso Libero – Michele Cianci è arrivato al Vinitaly di Verona. A coltivarlo lavorano migranti fuggiti dal caporalato, persone che vengono dal circuito della giustizia riparativa, ex-detenuti. Come prevede la legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie.