L’alleanza tra Verdi e Si è quella che fa maggiori proposte sul tema della violenza di genere, ma senza proposte così entusiasmanti
L’8 marzo ed il 25 novembre sono due giornate dedicate al contrasto alla violenza di genere. Alla celebrazione del contrasto alla violenza di genere. Ma per molti sono gli unici due giorni in cui affrontare il tema. Tra questi molti figurano senza dubbio i politici. Uomini e donne che siano. Di qualunque schieramento, estrazione. Non si affronta la questione in maniera strutturale. Un’occasione importante per farlo sarebbe stata questa campagna elettorale. Ma anche questa occasione è stata persa.
«La violenza alle donne è la grande assente dei programmi in campagna elettorale», ha evidenziato la Di. Re. Nonostante i 125 femminicidi dello scorso anno, i programmi elettorali sono alquanto scarni sul tema della violenza sulle donne. E quando trattano la questione, lo fanno in maniera parziale. Nel programma unico del centrodestra si fa riferimento a generiche «azioni incisive e urgenti per il contrasto al crescente fenomeno della violenza nei confronti delle donne». Una frase buttata quasi a caso. Come a dire si deve fare qualcosa. Ma come e con quali risorse non lo sappiamo.
La Lega mantiene un suo programma in cui si fa un cenno leggermente più ampio al contrasto della violenza di genere. Ritornando su una delle poche buone fatte al governo, il codice rosso. Si fa cenno alla scorta alle donne vittime di stalking ed all’istituzione di sezioni di tribunale specializzate nella violenza di genere, presenti già in alcune città italiane.
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Dall’altra parte non si fa molto meglio. Il Pd fa un breve cenno alla sindrome da alienazione parentale ed al potenziamento dei centri antiviolenza. Unione Popolare chiede la piena approvazione della Convenzione di Istanbul. Il programma di Verdi e Si è quello maggiormente dettagliato sul tema, con riferimenti al contrasto alle molestie sul lavoro, allontanamento del maltrattante in caso di violenza domestica e modifica della legge sull’affidamento condiviso. Apprezzabile che a queste proposte siano legate quelle di lavoro e del welfare.
Il M5S, che pure si è mosso molto in questa legislatura sul tema, non fa grosse proposte. Formazione degli operatori dei centri antiviolenza e delle forze di polizia, revisione degli affidi condivisi, braccialetti per uomini maltrattanti le proposte principali. Il Terzo polo propone l’aumento dei centri antiviolenza, portandoli ad 1 ogni 10mila abitanti. Altri non pervenuti.