Il dl Semplificazione del luglio 2021 ha introdotto, tra le altre cose, il cauzionamento degli imballaggi in vetro, plastica e metallo. Molti hanno confuso questo passaggio con la reintroduzione del vuoto a rendere. Ma non è così. Sono decenni che il vuoto a rendere non è più utilizzato nel nostro Paese. Ma c’è chi sta reintroducendo autonomamente questa pratica. Come nel caso della Peroni. La famosa azienda produttrice di birra ha rilanciato la bottiglia Uni multiuso prodotta nello stabilimento di Bari, quella che, fino agli anni ’70, era condivisa con tutti i produttori di birra. La scelta dell’azienda non è solo di stampo ambientale. Anzi. La decisione è stata presa principalmente per far fronte al caro energia ed all’aumento dei costi delle materie prime.

Dal 2019 lo stabilimento di Bari della Peroni ha ripreso a produrre queste bottiglie, che sono riutilizzabili fino a 18 volte. Oltre alla linea grafica standard, queste hanno l’indicazione del vuoto a rendere in evidenza sul collo della bottiglia. Oggi sono utilizzate dai marchi Peroni e Raffo nelle province di Bari e Taranto. Il sistema del vuoto a rendere contribuisce a ridurre la dispersione dei rifiuti nell’ambiente. Allo stesso tempo promuove il riciclo del vetro attraverso il coinvolgimento fattivo del consumatore finale.

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Secondo Federico Sannella, direttore relazioni esterne e istituzionali di Birra Peroni «in questo nuovo scenario potrebbe essere necessario ripensare il meccanismo del deposito cauzionale, magari attraverso il coinvolgimento di istituzioni, produttori, distributori e consumatori in una logica di ecosistema. Il tutto all’insegna della massima sostenibilità economica oltre che ambientale».

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