Coinvolgere le persone con disabilità per individuare e indicare la presenza o l’assenza di barriere negli spazi e luoghi pubblici
L’assenza di barriere è una condizione essenziale affinché le persone con disabilità possano avere una vita sociale ed essere parte attiva di quella della propria comunità. Lo sa bene il creator cagliaritano con sclerosi multipla Marco Altea, il quale partendo dalla sua esperienza di persona con disabilità, ha dato vita all’applicazione Whable.
Un nome un destino per questa app che eredita il suo dalla fusione delle due parole inglesi wheelchair e able, rispettivamente sedia a rotelle e capace, in italiano. Il suo scopo è quello di dare vita e rendere disponibile una mappatura geocalizzata dei locali e delle attività aperte al pubblico che sono accessibili. Tutto ciò per far sì che le persone con disabilità motoria possano passare una serata con gli amici serenamente e in libertà, potendo scegliere locali al cui interno o all’ingresso ci si possa spostare in autonomia, senza bisogno di dover richiedere assistenza.
È frequente, inverò, che le persone con disabilità, racconta Altea al quotidiano Vita, sono frenate dall’uscire a causa della consapevolezza, che nel locale in cui si vorrebbe andare non vi è un bagno veramente accessibile, portandole quindi verso un isolamento dai propri amici e dai contesti sociali.
Con Whable, il suo ideatore si è prefissato di affrontare anche la questione della reale accessibilità. Molto spesso, infatti, alcuni locali vengono dichiarati privi di barriere e adatti alle esigenze delle persone con disabilità, quando in realtà non lo sono. Questo accade perché chi li dichiara così non conosce veramente ciò che rende accessibile un bar, un ristorante o un locale e non è in grado quindi di considerare i diversi bisogni derivanti dalle varie disabilità, come possono fare invece le persone con disabilità.
Per questa ragione le recensioni e le segnalazioni di accessibilità presenti sull’applicazione sono prodotte da persone con disabilità che vivono in prima persona il dramma della inaccessibilità. Quando un locale riceverà più recensioni che lo confermano come libero da ostacoli, apparirà sulla mappa. Per finanziare il miglioramento e l’implementazione di Whable, è partita una raccolta fondi su GoFundMe.
L’obiettivo successivo è quello di dotare i locali, giudicati accessibili dagli utenti dell’app, di un vero e proprio bollino Whable e di espandere la propria mappa fino all’Europa.
Questa app non è l’unica che si prefigge di coinvolgere le persone con disabilità nell’operazione di individuare e indicare la presenza o l’assenza di barriere negli spazi e luoghi pubblici.
Qualche anno fa due, difatti, due ragazzi di Torino hanno dato vita all’applicazione WeGlad che ha la funzione di permettere alle persone di segnalare gli ostacoli e le barriere che esse incontrano per strada e nei posti aperti al pubblico.
Elisa Marino