Oltre 30mila gli utenti che hanno seguito gli oltre 14 appuntamenti online del Festival
Dal 17 al 28 novembre si è svolta la XII del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli. Questa edizione è stata incentrata sull’emergenza da Covid-19. Ma non sono mancati i temi centrali della rassegna, ovvero i diritti. Diritti in ginocchio: pandemia, sovranismi e nuove discriminazioni. Questo il titolo della dodicesima edizione del festival dedicata alla memoria del cooperante e giornalista Mario Paciolla, morto in Colombia dove lavorava per la missione Onu di pacificazione degli ex combattenti delle Farc. Un’edizione assolutamente diversa rispetto alle precedenti, che si è svolta interamente online per poter ovviare ai rischi legati alla pandemia.
Oltre 30mila gli utenti che hanno seguito gli oltre 14 appuntamenti sulle piattaforme digitali. La versione online non ha influito sui risultati conseguiti: il Festival anche da remoto ha raccolto adesioni e riscontri positivi senza “privare” il suo pubblico dei consueti approfondimenti tematici sull’Italia e sul mondo e degli ospiti di rilievo. Una «sorpresa a metà. Siamo sempre stati abituati a lavorare in condizioni estreme, e da questa tradizione di resistenza viene fuori questo piccolo miracolo in zona rossa», ha detto il coordinatore del festival Maurizio Del Bufalo.
Diversi i premi ed i riconoscimenti ai lavori in concorso. Il premio CiakMigraction – a cura della giuria Ciak Migraction – è andato Siamo qui da vent’anni di Sandro Bozzolo. La menzione Human Rights Youth – a cura della giuria Youth – è andata a La Napoli di mio padre di Alessia Bottone. Le menzioni Platea Diffusa – a cura della giuria Platea Diffusa – sono andate a Caine di Amalia De Simone e a The city of Honey di Moein Ruholamini (Iran).
I premi Ficc a cura della giuria Ficc – sono andati al cortometraggio The pain of the sea di Mohammad Reza Masoudi (Iran) ed al lungometraggio Colombia in my arms di Jenni Kivistö e Jussi Rastas (Finlandia). Menzioni speciali per il corto The city of honey di Moein Ruholamini (Iran) e per il lungometraggio Digitalkarma di Mark Olexa e Francesca Scalisi (Svizzera). La menzione speciale Arrigoni-Mehr Khamis – a cura dei selezionatori interni al Direttivo del Festival – è andata La niebla de la paz di Joel Stängle (Colombia).
Il premio Human Rights Short – a cura della giuria di esperti formata da Christian Carmosino, Silan Ekinci, Flavia Paone è andato a 2nd class di Jimmy Olsson (Svezia). Menzione speciale a Le voyage de Yashar di Sebastien De Monbrison (Francia). Il premio Human Rights Doc è andato a Digitalkarma di Mark Olexa e Francesca Scalisi (Svizzera). Menzioni speciale per Colombia in my arms di Jenni Kivistö e Jussi Rastas (Finlandia) e Quien mató a mi hermano di Ana Fraile e Lucas Scavino (Argentina).