In città che come Milano e Napoli è in aumento il numero dei nuovi poveri, tra i quali figurano anche professionisti
Milano e Napoli sono due grandi città molto diverse tra loro. Come lo sono le regioni di cui sono capoluogo: Lombardia e Campania. Quest’anno hanno avuto molti punti in comune. Soprattutto in questa seconda fase di emergenza da contagio da Covid-19. Oggi sono entrambe in zona rossa, assieme ad altre regioni. I due capoluoghi di regione sono però accomunati anche da un altro problema. Non solo quello sanitario, ma anche quello economico e sociale. Sono in aumento i nuovi poveri. Persone che fino a poche settimane fa nessuno avrebbe immaginato a fare la fila alle mense Caritas, agli empori solidali.
A Milano hanno ricevuto la tessera per fare la spesa gratuitamente negli empori e nelle botteghe solidali 673 famiglie. Sono così oltre 9mila i beneficiari della misura di sostegno. Numeri che la sola Caritas Ambrosiana non sarebbe riuscita a gestire senza il supporto del Fondo San Giuseppe che già ha distribuito 3.067.500 euro a 1.692 famiglie che hanno perso il lavoro a causa della pandemia. Nelle prime due settimane di novembre il numero di persone che chiede aiuto è cresciuto notevolmente. Di questo passo saranno raggiunti i numeri della scorsa primavera.
Le famiglie di Milano in stato di necessità hanno potuto contare anche sul sostegno per il pagamento di affitto ed utenze domestiche grazie al Fondo di assistenza diocesano, che ha messo a disposizione 1,2 milioni di euro. A questi si aggiunge il contributo di 350mila euro arrivato dalla Fondazione Robert F. Kennedy Human Rights per la creazione di nuovi empori solidali e la distribuzione di cibo. Tra le persone che presentano richiesta di aiuto anche insospettabili come i professionisti. Questi ultimi sono in aumento anche a Napoli, come sottolinea il presidente dell’associazione Venite Libenter Rossano Braca.
E non c’è da meravigliarsi dato che il Rapporto Povertà Caritas del mese scorso aveva evidenziato che tra maggio e settembre i nuovi poveri erano passati dal 31 per cento del 2019 al 45 per cento. Tra queste ci sono anche persone che non ricevono il Reddito di Cittadinanza perché non rientra nei parametri della scala di equivalenza. Un dato che viene confermato dalle stesse Caritas. In 15 regioni i percettori del RdC che si presentano a chiedere un pacco alimentare o un pasto caldo sono circa il 40 per cento. Al sud si arriva al 47. Tra gli altri che chiedono aiuto ci sono coppie mono-genitoriali e single con basso reddito. Anche per questi numeri l’Alleanza contro la povertà ha chiesto più volte al governo di rivedere i parametri per l’assegnazione del Reddito di Cittadinanza.
Ciro Oliviero